Ganzirri, il Peloro e lo Stretto di Messina

Il sito della riviera Nord di Messina, da Paradiso a Rodia

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La Storia

martedì 12 giugno 2007

Percorrendo la costa settentrionale da Messina verso Palermo, si nota un paesaggio verdeggiante e luminoso, un incredibile scenario di mari e monti dove si possono ammirare molteplici piccoli villaggi fondati tempo fa da pescatori e spiagge di sabbia e ghiaia (Ganzirri, Torre Faro, Acqualadrone, S. Saba). La via principale che collega e attraversa la litoranea nord è la Via Consolare Pompea che venne costruita quando Pompeo arrivò in Sicilia per combattere Porsenna, tanto che gli storici la chiamarono Via Pompea. Percorrendo tale strada si incontra la Chiesa di N.S. della Grotta che venne costruita da Emanuele Filiberto e la sua edificazione terminò nel 1639, in tempi remoti, proprio qui sorgeva il tempio pagano dedicato a Diana.

Il territorio compreso tra Ganzirri e Torre Faro fu frequentato fin dalla preistoria, grazie ad alcuni reperti archeologici si può affermare che alcune popolazioni vivevano qui fin dal neolitico. I resti delle colonne del Tempio dedicato a Nettuno di età classica e ritrovato vicino a quello che una volta era il Lago Margi, fanno pensare ad una sicura presenza di uomini in tempi remoti anche se per i primi insediamenti stabili di pescatori-agricoltori bisogna attendere il XVIII secolo.

La zona, fino a quella data, era paludosa e malsana e venne bonificata solo con i Borboni attorno al 1835, che costruendo strade e vie di comunicazione, favorirono l’insediamento della popolazione, da allora ci fu un continuo intensificarsi di insediamenti e una forte urbanizzazione della zona che cancellarono in parte l’habitat naturale.

La zona di Torre Faro viene anche denominata Peloro che deriva da "pèloron" cioè gigantesco, mostruoso, molto probabilmente a causa della presenza dello Stretto che impauriva i naviganti con i suoi gorghi e i suoi spaventosi mostri di Scilla e Cariddi. Da Peloro derivavano: il nome di Pelorias, dato anticamente ad un centro vicino al capo, molto probabilmente oggi Torre Faro ed il nome dei monti Peloritani chiamati anticamente Mons Neptunius. Infine ricordiamo anche che la zona veniva chiamata "Traiectus", ossia traghetto a causa dell’approdo delle navi provenienti dalla vicina Calabria.

Ganzirri e Torre Faro oggi sono diventati dei villaggi densamente popolati con un turismo estivo abbastanza importante, ma conservano tuttavia, accanto alle moderne costruzioni, le tipiche casette basse ed i numerosi vicoli che caratterizzano i villaggi dei pescatori.

La caratteristica più importante della zona di Ganzirri e Torre Faro sono sicuramente i due laghi salmastri uno detto Lago grande l’altro Lago piccolo, dove viene praticata un po’ per attività economica, un po’ per tradizione l’allevamento dei frutti di mare. I due Laghi sono di origine marina e si sono creati naturalmente a causa dell’insabbiamento, la loro fauna risulta abbastanza variegata, tra le specie più comuni ricordiamo i cefali e le anguille anche se oggi a causa dell’insediamento urbano, avvenuto molto rapidamente, l’habitat naturale risulta compromesso.

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