Ganzirri, il Peloro e lo Stretto di Messina
Il sito della riviera Nord di Messina, da Paradiso a Rodia

Ganzirri, Torre Faro, Capo Peloro: splendide località turistiche situate nella cuspide nord-orientale della Sicilia, dove sembra lentamente riemergere dalle acque la lunga catena appenninica. E’ un luogo di grande fascino, sempre immerso in una straordinaria luce. Confusa fra terra e acque, con i singolari laghetti di Ganzirri, la sua estremità individua la linea di demarcazione fra Tirreno e Ionio, vicinissima alla costa calabra e caratterizzata dall’alto metallico traliccio, entrato a far parte del paesaggio. Due litorali ne definiscono i margini, il primo sulle rive dello Stretto dove si allunga l’abitato di Messina, l’altro, a nord, presenta le spiagge più densamente popolate d’estate. Sui colli, vecchi casali conservano talvolta inimmaginati tesori d’arte.

Il culto a Ganzirri nel tempo
Articolo pubblicato online il 5 agosto 2007
Ultima modifica il 8 ottobre 2007
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Il primo luogo di preghiera fu un monastero di monaci benedettini dedicato a S. Placido. In seguito fu edificata la chiesa dell’Immacolata dalla famiglia Arena accanto alla propria dimora.

Agli inizi del ’700 fu eretta la chiesa di S.Nicola di Bari. Il ricordo della vecchia chiesa parrocchiale è affidato essenzialmente ad alcune cartoline ed agli sbiaditi ricordi degli anziani: quasi nulla rimane degli arredi. La chiesa aveva la facciata rivolta a nord, secondo l’antica tradizione che voleva il popolo in preghiera rivolto verso Oriente. L’alto campanile era addossato alla fiancata che guardava il lago: occupava circa metà dell’attuale piazzetta; nel piano che la precedeva si ergeva una colonnina crocifera distrutta negli anni cinquanta, che riadoperava un rozzo capitello come base. L’interno era a navata unica con abside. Secondo testimonianze di anziani, entrando s’incontravano
gli altari di S.Nicola e della Madonna della Montagna.
La statua del Patrono era in gesso e risaliva al 1893.
L’altare maggiore era sormontato da un tempietto a cupola,
nell’abside era dipinto (o realizzato a mosaico) un Cuore dì Gesù.
Due colonne sorreggevano un terrazzo dove si trovava l’organo,
ed al quale i cantori accedevano mediante le scale laterali.
Sul pavimento una grande botola immetteva nel sotterraneo
che rappresenta il primo cimitero di Ganzirri.

Il terremoto del1908 fece crollare la chiesa e spezzò la colonna
crocifera a metà: la sua base fu eliminata definitivamente nel
momento in cui fu allargata la strada.

Una chiesa in baracca con campanile supplì quella crollata fino alla costruzione dell’attuale.

La nuova chiesa parrocchiale

L’ingegnere Antonino Celona, dell’Ufficio Tecnico Arcivescovile, progettò la chiesa attuale, poi costruita dall’impresa Giacomo Martello
tra il 1929 e il 1931, con un costo di 1.105.000 di lire coperto con i finanziamenti della Convenzione del 1928.

Essa sorge con il prospetto verso il lago, su di un piano sopraelevato
di circa due metri rispetto alla quota stradale della Via Consolare
Pompea.

L’impianto della costruzione è costituito da robusti telai
di cemento armato ancorati nello zatterone e collegati tra loro
con cordoli di varia altezza, il tutto secondo le norme antisismiche.
L’edificio ha la forma classica della croce latina, con i due bracci che s’incrociano , alti 14 metri, larghi 7 e lunghi 34; alla navata centrale
si affiancano due navatine delineate dal lato interno da due serie
di quattro colonne in cemento armato e marmoridea. I tampognamenti sono in mattoni pieni nelle navate laterali e in mattoni forati nelle parti alte della navata centrale e del transetto. La copertura a tetto è sostenuta da capriate e orditura in legno. Il controsoffitto è a cassettoni in gesso. L’insieme architettonico è solenne, con ampi archi a tutto sesto, e si ispira allo stile romanico.
Due capitelli corinzi che ornano l’altare maggiore sono stati prelevati dal museo. Nel transetto sono da osservare le statue policrome della Madonna della Montagna e di S.Nicola. Della vecchia statua di gesso rimane soltanto la testa. Merita un cenno un quadretto ottocentesco della Madonna con Bambino ispirato a Raffaello.

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