Ganzirri, il Peloro e lo Stretto di Messina
Il sito della riviera Nord di Messina, da Paradiso a Rodia

Ganzirri, Torre Faro, Capo Peloro: splendide località turistiche situate nella cuspide nord-orientale della Sicilia, dove sembra lentamente riemergere dalle acque la lunga catena appenninica. E’ un luogo di grande fascino, sempre immerso in una straordinaria luce. Confusa fra terra e acque, con i singolari laghetti di Ganzirri, la sua estremità individua la linea di demarcazione fra Tirreno e Ionio, vicinissima alla costa calabra e caratterizzata dall’alto metallico traliccio, entrato a far parte del paesaggio. Due litorali ne definiscono i margini, il primo sulle rive dello Stretto dove si allunga l’abitato di Messina, l’altro, a nord, presenta le spiagge più densamente popolate d’estate. Sui colli, vecchi casali conservano talvolta inimmaginati tesori d’arte.

Chiesa della Madonna dei Bianchi
Articolo pubblicato online il 16 novembre 2007
Ultima modifica il 21 dicembre 2007
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CHIESA MADONNA DEI BIANCHI


PARROCCHIALE
Sorge nel luogo in cui, secondo la tradizione, sarebbe apparsa la Madonna, su un’altura scoscesa lungo la strada che da Marotta giunge a Curcuraci.
Fu distrutta dal terremoto del 1908.
Per alcuni anni l’esercizio del
culto si svolse in una chiesa baraccata donata dal Papa Pio X.
I superstiti del territorio di Curcuraci però, furono tra i primi, in tutto il messinese disastrato, a cominciare la ricostruzione della loro chiesa. Grazie ad un comitato molto attivo, si promossero sottoscrizioni di denaro e mano d’opera, per sostenere l’impegno dell’imprenditore Paolo Panarello nell’esecuzione dei lavori.
Un contributo statale pari al 50 per cento dell’importo, ai sensi delle leggi 25.9.1920 n. 21487 e 10.7.1922 n. 8527 ed finanziamenti concessi dallo Stato a Mons. Paino, consentirono il completamento dell’opera nel 1926.
Il progetto era stato redatto dal Geom. Caristi fin dal febbraio 1919.
La costruzione, come oggi la si puo’ ammirare, è molto semplice:
una navata di m. 18,00x10.00, con abside semicircolare, alta m. 8.50; il campanile è una torretta quadrata di m. 3.00 di lato e qualche metro più alta dalla chiesa.
Anche l’architettura è modesta:
un poco ricercata nelle ornamentazioni esterne, con bugnato sino a m. 3.50 di altezza e archetti di rifinitura sotto la gronda e negli spioventi a timpano.

OPERE

- Una prima statua della Patrona di Curcuraci si trova accanto al cancello d’ingresso, protetta da una teca in vetro ed elevata su un basamento in cemento con le dediche dei fedeli.

- All’interno, contornata da un portale in marmo bianco e rosso, la SS. Maria dei Bianchi che, con il flagello e l’indice in alto, ammonisce i visitatori.
Un bassorilievo ai suoi piedi mostra il contadino che si appresta a gettare i pani nel vicino torrente, come, secondo la tradizione, racconta il celebre Maurolico.

- Nella parete sinistra, il quadro della Madonna di Polsi, venerata anche come Madonna della Montagna, dipinto da Gaetano Corsini nel 1927.
- A destra la Nascita di Gesu’ ed una Madonna col Bambino tra i Santi Rocco e Sebastiano dipinta intorno al 1746 .
- I nomi di quanti hanno lavorato alla riedificazione con il proprio lavoro e denaro sono riportati da due epigrafi poste accanto al portale d’ingresso. Continuando a destra si puo’ ammirare la statua di San Paolo, donata dal devoto Panarello. Colpisce il particolare del basamento marmoreo, probabilmente rifatto con recuperi della precedente costruzione, dove s’intravede l’effige, parzialmente danneggiata, di due cavalieri sullo stesso cavallo. Anche la piccola croce rossa, posta sulla spalla sinistra della bianca veste della SS. Maria dei Bianchi e le piccole croci che si ripetono sulle pareti, sono chiari riferimenti alla presenza dei Cavalieri Templari in questi luoghi.
Grazie all’impegno e all’entusiasmo del giovane parroco e di tutta la comunità sono stati eseguite le ristrutturazioni della chiesa e dei locali annessi. Tuttavia gli spazi edificati sono ancora insufficienti per ospitare in maniera adeguata le rarità recuperate: antichi manoscritti, frammenti in marmo con incisioni, paramenti religiosi, preziosi manufatti e pregevoli documentazioni storiche. Testimonanzie della sacralità di questo luogo che merita il riconoscimento a Santuario. Nel 2006, per celebrare gli ottant’anni della riedificazione di questa chiesa, il papa ne autorizza l’anno giubilaresu richiesta del Professor Marcello Pavone che sull’argomento ha pubblicato il suo ultimo libro.,

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