Ganzirri, il Peloro e lo Stretto di Messina
Il sito della riviera Nord di Messina, da Paradiso a Rodia

Ganzirri, Torre Faro, Capo Peloro: splendide località turistiche situate nella cuspide nord-orientale della Sicilia, dove sembra lentamente riemergere dalle acque la lunga catena appenninica. E’ un luogo di grande fascino, sempre immerso in una straordinaria luce. Confusa fra terra e acque, con i singolari laghetti di Ganzirri, la sua estremità individua la linea di demarcazione fra Tirreno e Ionio, vicinissima alla costa calabra e caratterizzata dall’alto metallico traliccio, entrato a far parte del paesaggio. Due litorali ne definiscono i margini, il primo sulle rive dello Stretto dove si allunga l’abitato di Messina, l’altro, a nord, presenta le spiagge più densamente popolate d’estate. Sui colli, vecchi casali conservano talvolta inimmaginati tesori d’arte.

La raccolta dei mitili
Articolo pubblicato online il 12 giugno 2007
Ultima modifica il 15 giugno 2007
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La pesca dei mitili è stata una pratica diffusa fin dall’antichità nei laghi di Ganzirri e Torre faro e ne ha caratterizzato per molto tempo l’economia, la coltivazione di molluschi riguarda sia la raccolta del Gallo provincialis più semplicemente conosciuta come "cozza" sia la coltivazione delle vongole, fino al XIX secolo venivano raccolte anche le ostriche ma ormai questa pratica è scomparsa.

Le prime cozze si svilupparono in modo spontaneo lungo i pali che venivano conficcati sui fondali del Lago per delimitare i singoli appezzamenti e le zone di pesca. Quando i pescatori appresero il ciclo di crescita delle cozze cominciarono a costruire i collettori artificiali.

La tecnica della coltivatione risulta abbastanza lunga e complessa infatti il ciclo di vita della "cozza" inizia ad ottobre e dura in media due anni, intanto i pescatori, nel lago piccolo, costruiscono i libani, ossia delle corde vegetali che poi stendono orizzontalmente sulle acque e legano all’estremità superiore a dei pali che sono conficcati sul fondo del lago e posti a distanza di circa cinque metri l’uno dall’altro, si costruisce praticamente un luogo adatto dove la larva di cozza può svilupparsi. A gennaio i mitili cominciano a vedersi ad occhio nudo e in primavera già sono pienamente sviluppati, a questo punto i pescatori li trasportano nel Lago grande dalle acque più calde, dopo averli accuratamente ripuliti da parassiti ed altre impurità. A questo punto i mitili vengono adagiati su un setaccio galleggiante posto poco sotto il livello del mare, qui le cozze si attaccano l’una all’altra e poi vengono separati dai pescatori e inseriti dentro delle reti vegetali o di nylon e appesi nel vivaio naturale del lago. Infine vengono riportati nel lago piccolo per una maggiore ossigenazione dove rimangono per tutta l’estate, alla fine i mitili saranno pronti nel mese di giugno in questo mese vengono riportate nel Lago grande per acquisire maggiore polpa e poi sono finalmente pronte per la vendita.

Fino agli anni 60-70 la molluschicoltura era, in queste zona, un’attività economica fondamentale, e molte famiglie se ne occupavano a tempo pieno, poichè era la principale fonte di sostentamento. Oggi la situazione è ben diversa e questa tradizione ha perduto gran parte della sua importanza quasi scomparendo, i laghi sono minacciati continuamente dall’inquinamento e certe opere e pratiche degli uomini hanno messo a serio rischio l’equilibrio biologico e naturale dei laghi.

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