Ganzirri, il Peloro e lo Stretto di Messina
Il sito della riviera Nord di Messina, da Paradiso a Rodia

Ganzirri, Torre Faro, Capo Peloro: splendide località turistiche situate nella cuspide nord-orientale della Sicilia, dove sembra lentamente riemergere dalle acque la lunga catena appenninica. E’ un luogo di grande fascino, sempre immerso in una straordinaria luce. Confusa fra terra e acque, con i singolari laghetti di Ganzirri, la sua estremità individua la linea di demarcazione fra Tirreno e Ionio, vicinissima alla costa calabra e caratterizzata dall’alto metallico traliccio, entrato a far parte del paesaggio. Due litorali ne definiscono i margini, il primo sulle rive dello Stretto dove si allunga l’abitato di Messina, l’altro, a nord, presenta le spiagge più densamente popolate d’estate. Sui colli, vecchi casali conservano talvolta inimmaginati tesori d’arte.

Parco letterario Horcynus Orca
Articolo pubblicato online il 7 agosto 2007
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Ai margini della Riserva Naturale Orientata della Laguna di Capo Peloro si trovano gli edifici della sede siciliana del Parco Letterario, all’interno del complesso fortificato noto come Torre Peloro o degli Inglesi, luogo di molteplici stratificazioni architettoniche, documentate a partire dal XVI secolo, le cui origini si possono far risalire all’epoca romana.

L’impresa culturale "Horcynus Orca" prende il nome dall’omonimo romanzo di Stefano D’Arrigo ed è un’officina di saperi in cui i segni del passato si combinano con le sfide del futuro. La struttura ospita gli spazi espositivi, i laboratori di ricerca, le sale multimediali, gli impianti per lo spettacolo e le strutture di servizio, gli approdi delle feluche e delle imbarcazioni per gli itinerari sullo Stretto.

Il luogo, inoltre, è un punto d’osservazione privilegiato dell’ecosistema dello Stretto di Messina. Si può raggiungere in autobus mediante le linee urbane (numero 79) da piazza Stazione, con discesa nella piazzetta Torre degli Inglesi, località Torre Faro, Capo Peloro.

C’è una linea immaginaria che collega la Sicilia e la Calabria e che Stefano D’Arrigo (1919-1992) chiama linea dei "due mari", perché vi si incontrano il Tirreno e lo Ionio: questa linea ideale è il perno intorno a cui ruotano te vicende di Horcynus Orca e insieme l’asse portante del Parco che al romanzo di D’Arrigo si ispira. È anche il tratto più difficile e suggestivo dei viaggio di ’Ndrja Cambria, protagonista del libro, giovane marinaio siciliano che torna a casa dalla guerra oltre lo Stretto. Due mari, due regioni, due sponde opposte su cui sono localizzate le strutture del Parco: a Capo Peloro in Sicilia e a Scilla in Calabria, Horcynus Orca è un romanzo laboratorio, realistico e visionario, capace di combinare modernità tecnologica e mito primordiale, superficie e abisso, leggenda e memoria. Lo stesso intende fare il Parco. I suoi due portali telematici d’accesso sono centri multimediali con sale dalle immagini avvolgenti, laboratori di ecologia marina e di fisica del caos. Ai visitatori sono proposte iniziative che vanno dalla pesca al pesce spada a itinerari tematici di ogni genere - naturalistici, etnografici, storici, artìstici - nell’area dello Stretto tra Scill’e Cariddì (tra Scilla e Cariddi) cioè tra la Calabria e la Sicilia.

Per approfondimenti: Horcynus Orca


freccia Sul web : Fonte: Messina cittàd’arte - Edizioni affinitàelettive
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