Ganzirri, Torre Faro, Capo Peloro: splendide località turistiche situate nella cuspide nord-orientale della Sicilia, dove sembra lentamente riemergere dalle acque la lunga catena appenninica. E’ un luogo di grande fascino, sempre immerso in una straordinaria luce. Confusa fra terra e acque, con i singolari laghetti di Ganzirri, la sua estremità individua la linea di demarcazione fra Tirreno e Ionio, vicinissima alla costa calabra e caratterizzata dall’alto metallico traliccio, entrato a far parte del paesaggio. Due litorali ne definiscono i margini, il primo sulle rive dello Stretto dove si allunga l’abitato di Messina, l’altro, a nord, presenta le spiagge più densamente popolate d’estate. Sui colli, vecchi casali conservano talvolta inimmaginati tesori d’arte.
Inutile perdersi in chiacchiere quando si tratta di illustrare le indescrivibili sensazioni che la cucina messinese regala agli amanti della buona tavola. Per queste prelibatezze del palato, che soddisfano pienamente anche gli altri sensi, con i loro profumi inebrianti e l’aspetto invitante, le parole non rendono giustizia. Il lungo poema di piatti tipici che segue è un invito a provarli tutti almeno una volta. Provate a resistere alla tentazione dopo averne immaginato gli ineguagliabili sapori.
Sottilissime fettine di pesce spada, ripiene di pane raffermo insaporito con pecorino, parmigiano, capperi tritati, aglio, prezzemolo e olio. Si possono cucinare alla brace o al sugo di ghiotta, che consiste in una salsa di pomodoro tradizionale con l’aggiunta d’olive bianche in salamoia, capperi e sedano.
Sottilissime fettine di vitello ripiene di pangrattato, condito con pecorino, aglio prezzemolo, sale, pepe nero, olio, cotte alla brace.
pesce azzurro - pescato nelle acque dello Stretto di Messina, tra Bagnara Calabra e Reggio Calabria, durante il passaggio dei branchi, che generalmente avviene nel mese di settembre - fritto in padella con olio e servito caldo, accompagnato da cipolla di Tropea, precedentemente affettata e messa a bagno in aceto rosso.
Tipico piatto locale preparato con cozze, pomodori spezzettati, aglio, prezzemolo, pepe nero macinato grosso e olio. Crespelle di neonata: neonata di pesce incorporata in un composto d’uova, prezzemolo, formaggio pecorino grattugiato e sale. Immerse nell’olio bollente a cucchiaiate e fatte dorare da entrambi i lati, le crespelle vanno servite calde con qualche goccia di limone.
Una larga fetta di manzo arrotolata attorno ad una taratura di carne tritata, uova sode, pangrattato, pecorino a pezzetti, tacchetti di mortadella e latte. Il falsomagro così ottenuto viene fatto cuocere immerso in un ragù di carne. La ricetta tradizionale prevede una cottura di almeno quattro ore a fuoco molto basso. Il falsomagro viene servito tagliato a fette, condito col ragù di cottura ben caldo.
Fette di pesce spada arrostite sulla brace e condite col sammurìgghiu, un battuto a base di succo di limone, olio, origano aglio e acqua.
Pezzi di pesce stocco, patate novelle e "ventre" ripiene di pangrattato condito con capperi, olive e pecorino. Il tutto, cucinato dentro un tegame di terracotta con salsa di pomodoro, olive snocciolate, capperi, sedano, cipolla affettata, pepe nero e olio.
Grossi pezzi dì tonno, infarinati e fritti, immersi in un composto di cipolle, affettate e soffritte nello stesso olio, aceto e zucchero. Per essere pienamente apprezzata, questa pietanza va gustata fredda.
Antica ricetta, preparata tradizionalmente in occasione della Pasqua, la cui base è costituita da polpette di carne tritata, ricotta di pecora, uova, pecorino grattugiato e prezzemolo. Le polpette vanno cucinate in brodo di carne o vegetale e sistemate in una teglia insieme alla ricotta, precedentemente battuta con una frusta e amalgamata con uova, formaggio, prezzemolo e passate in forno molto caldo. È un piatto da servire tiepido.
A Messina si possono gustare i tipici dolci locali, la pignolata, i cannoli di ricotta, i nzuddi e piparelli, la frutta martorana, presso tutte le pasticcerie della città.